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Chicago No. 3
Anno di produzione: 1903
Nazione provenienza: Chicago – U.S.A.
Inventore:
Produttore: Chicago Writing Machine Company,
Il primo modello Chicago è assolutamente identico all’ultima Munson, anche lo stile della decal rimane identico; anche se, nei modelli prodotti successivamente, il logo-gotico “The Chicago” resterà ma sparirà il contorno. Il modello successivo è la “The Chicago No. 3”. il che fà supporre l’esistenza di un modello 2 di cui però oggi non esistono esemplari conosciuti. Il primo modello Chicago fu prodotto fino al 1912 ed ebbe un medio successo di vendita.
La n. 3 fu invece prodotta in un numero limitatissimo di esemplari a partire dal 1901. Questa macchina è abbastanza diversa esteticamente dalla sorella maggiore. Il largo nastro e relative bobine sono stati sostituiti da un nastro molto più piccolo e da bobine verticali poste in modo da non coprire il punto di battuta. Alcuni meccanismi sono stati modificati e semplificati, la macchina appare più piatta e compatta.
E’ probabile che un simile sforzo di rinnovamento estetico/ meccanico coincidesse con grandi speranze, per produttori, di successo di vendite. Ma così non fu e la macchina venne ritirata dal mercato dopo solo due anni; si preferì continuare a puntare sul primo modello Chicago che, evidentemente, restava il preferito dagli acquirenti.
Il primo modello continuò ad essere prodotto e venduto fino al 1912 con il logo originario; ma tra il 1900 e il 1917 la produzione venne in parte ceduta ad altre fabbriche che produssero per vari anni in un numero piu’ o meno variabile di esemplari la stessa macchina con un proprio logo. Tra tanti nomi: Draper, Conover, Baltimore, Galesburg, Ohio, Yale, Competitor, American n. 10. E’ probabile che ce ne siano anche altri meno noti.
C’era anche la Mizpah realizzata per la scrittura ebrea e con lo scorrimento del carrello, quindi, al contrario.
Al ritorno alla normalità, dopo il primo conflitto mondiale, il destino produttivo della macchina Chicago seguì la stessa strada di molte machine coeve. La difficoltà di riprendere la produzione di un modello ormai vecchio e ‘impossibilità organizzativa ed economica per molte piccole/medie aziende di rinnovare il proprio processo produttivo per offrire un prodotto tecnologicamente più avanzato, fece calare definitivamente il sipario su mote pionieristiche macchine.