Foto Domenico Scarzello con Sholes & Glidden a pedale
Direttivo Associazione Amici dei Musei
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La moto rallentò, tossì, balbettò e infine si fermò. Domenico accostò sulla destra, imprecò, osservò le colline tutto intorno, guardò i vigneti verdi e tentò di rimettere in moto. Ma senza risultati, la moto era morta. Un colpo, un altro colpo. Nulla. Che fare? Non restava che telefonare a suo fratello. Gli diede l’appuntamento al paese lì vicino, di cui vedeva già le prime case. Rassegnato, lasciò la moto in un angolo e cominciò a girellare fra le vie strette del borgo. Sulla piazza trovò un mercatino delle pulci. Era ciò che ci voleva per passare il tempo. Osservò i banchetti con bicchieri d’altri tempi, spille e bigiotteria, statuette e foto d’epoca, soprammobili e vecchi cavatappi in ottone, giocattoli a molla in latta e lampade liberty. A un certo punto, però, un oggetto catturò la sua attenzione: una macchina per scrivere Remington 10. Un cimelio, un reperto storico. Domenico, ventiduenne, non si era mai interessato di macchine per scrivere, men che meno di antiquariato. Eppure quella macchina lo attrasse. Non riuscì più a staccare gli occhi da quei tasti tondi. Il colpo di fulmine era scattato. La comprò, come sotto ipnosi. 

Da quel momento, tutto cambiò. Domenico, a poco a poco, divenne un collezionista di macchine per scrivere. Remington, Royal, Underword, Blickensderfer, Corona, Olivetti e Hammond divennero il suo pane quotidiano, una sorta di segreto amore. Le cercò e le acquistò a raffica, documentandosi su ognuna di loro, strappando al passato la storia di ogni singolo reperto, dell’inventore, del costruttore e della casa produttrice, degli aneddoti collegati a ogni singolo modello. Cominciò a vivere in uno stato febbrile che i non collezionisti non possono capire. 

Tratto  da “Il giallo  e il rosa. Giuseppe Piumatti, un imprenditore fai da te”  di Gian Maria Aliberti Gerbotto e Massimo Tallone

 

 

Mi chiamo Domenico Scarzello, abito a Bra in Provincia di Cuneo, crocevia di storia, eccellenze enogastronomiche e cultura, incastonata tra le colline del Roero, terra di “rocche”, vigne e castelli.

Sono sposato e sono padre di 4 bellissime bambine e 1 maschietto altrettanto bello e meraviglioso!

Lavoro come responsabile commerciale presso la ditta Bra Servizi, azienda leader nel settore ambientale.

Da due mandati ho l’onore di essere Presidente dell’Associazione Italiana Collezionisti macchine per ufficio d’epoca, che raggruppa appassionati provenienti da ogni parte del mondo.

Ricopro inoltre la carica di vice-presidente all’interno dell’Associazione Amici dei Musei, un’associazione nata per valorizzare il patrimonio culturale del territorio e del suo ricco polo museale.

Sono fondatore e direttore del Museo della Scrittura Meccanica di Bra, dove sono esposte macchine per scrivere dal 1873 agli anni ’30, di cui molte anche molto rare. Tappa di centinaia di visitatori ogni anno e luogo di incontri per grandi personaggi della Cultura.  

Ho scritto e pubblicato 4 libri inerenti alle macchine per scrivere e al calcolo meccanico, mentre un quinto sta per essere pubblicato.

Restauro personalmente tutte le macchine per scrivere presenti al Museo, grazie alla formazione pluriennale con un grande tecnico e restauratore e un ampissimo magazzino di pezzi e strumenti d’epoca originali.

Vado fiero della partecipazione di molte delle mie macchine a film e serie TV!

Imparò a capire le macchine per scrivere in profondità, a conoscerle, a smontarle e rimontarle, prese lezioni da un meccanico di precisione, riparatore sopraffino, da cui acquisì i segreti delle viti e dei leveraggi, della pulizia e del montaggio, scoprendo che ogni macchina ha un suo carattere. Quest’ultimo non è soltanto un carattere tipografico, ma una speciale vita interiore, meccanica certo, ma pulsante ed unica. Era giunto il momento della scelta. Occorreva trovare un luogo per quel museo domestico.
La parola museo fu determinante. Sonia, la moglie, chiese al padre se fosse possibile trovare uno spazio alla Bra Servizi, per allestire un’esposizione della collezione di macchine per scrivere di Domenico. In breve, nacque l’attuale Museo della Scrittura Meccanica, visitato da scolaresche e singoli appassionati, da autorità e da luminari della tecnologia come Gastone Garziera, uno dei padri dei moderni personal computer, o come il celebre architetto Mario Bellini.  

Tratto  da “Il giallo  e il rosa. Giuseppe Piumatti, un imprenditore fai da te”  di Gian Maria Aliberti Gerbotto e Massimo Tallone