Collezione

Parrebbe abbastanza ovvio pensare che la mia collezione sia iniziata, come è accaduto per molti collezionisti che conosco, per un’esperienza lavorativa nell’ambito delle macchine per scrivere. Oppure, come in altri casi, per un parente impiegato per anni nella più grande fabbrica d’Italia: l’Olivetti.
Non è così. Al contrario, al sorgere della mia passione sapevo ben poco della rinomata prima fabbrica italiana di machine per scrivere.

Tutto ha avuto inizio quando avevo ventitré anni, ed è stato il frutto di una casualità. Nel corso di una gita fuori porta, in un’afosa domenica di luglio, la mia moto si fermò fra le chiassose strade dell’interland torinese e, dovendo aspettare i soccorsi, cominciai a passeggiare in un mercatino d’antiquariato arroccato fra le strette vie del paese. Il destino volle che mi avvicinassi a un banchetto su cui era esposta una Remington n. 10. Fu una folgorazione. Non ci pensai molto e la comprai subito. Col senno di poi quella Re- mington la strapagai, ma poco importa.

Da allora è iniziata una passione che non ha mai smesso di pulsare, e che anzi è andata sempre crescendo.
In tutti questi anni la mia attenzione e la mia raccolta si sono concentrate sulle prime macchine per scrivere prodotte nell’Ottocento, fino ad arrivare agli anni Sessanta. Tanti, tanti chilometri hanno accompagnato la mia ricerca in quasi tutti i paesi del mondo e, anche grazie ad amici sparsi nel globo, ho potuto rintracciare macchine singolari e stravaganti. E soprattutto complete, cosa non scontata.
In breve tempo, e dopo aver acquistato interi set di chiavi originali ottocentesche per lo smontaggio e il rimontaggio delle typewriters, si è sviluppata, accanto a quella classica di raccolta, un’altra attività: quella del restauro integrale.

Non senza l’aiuto di un grande mentore. Angelo, di nome e di fatto, è un diversamente giovane che ha lavorato una vita in Olivetti e in aziende collegate in cui ha sempre svolto il compito di riparatore. Mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere, cui ho unito i consigli che ho ricevuto da altri riparatori incontrati nei miei viaggi.
Il frutto di queste esperienze non poteva che sfociare nella creazione di un museo. Nel le teche del Museo della Scrittura Meccanica di Bra sono esposte non solo le macchine, ma soprattutto l’esperienza maturata negli anni. Questa è a disposizione delle scuole di ogni livello, degli universitari e delle molte persone che si avvicinano a questo mondo curioso e particolare.